LA LANA E LE VIRTU’ DOMESTICHE
«Noi siamo stati discepoli delle bestie nelle arti più importanti : del ragno nel tessere e nel rammendare...». 
(Democrito, V secolo a.c.)

La lana è una fibra naturale che si ottiene generalmente dal manto delle pecore o da alcuni tipi di capra. Ha una struttura estremamente complessa, scagliosa all’esterno e spugnosa all’interno; se il pelo è più lanoso e meno setoloso la lana risulta più pregiata, questo dipende maggiormente da dove le fibre vengono ricavate: le spalle danno le fibre più pregiate, i fianchi fibre abbastanza pregiate e fini, le altre aree fibre più irregolari e setolose. 

La lavorazione a maglia della lana si perde nella notte dei tempi e la si ritrova in tutte le culture. Un’arte che nei secoli è tra quelle che più hanno rappresentato il duro e paziente lavoro domestico della donna.

Secondo studi recenti la filatura della lana ha avuto origine nelle regioni mediorientali (Assiro-Babilonese), per poi diffondersi rapidamente in tutta Europa.

 

le fasi della lavorazione
L’animale viene tosato e la lana lavata per togliere le impurità. Le fibre sono sgrovigliate per ottenere dei filati più soffici. La lana cardata viene quindi avviata ai processi di filatura.

Per la lavorazione a maglia è necessario avere della lana di buona qualità. Si realizza con strumenti tradizionalmente chiamati “ferri”, che possono essere di vario materiale (acciaio, alluminio, plastica e legno) e di varie misure a seconda del diametro del filo che si vuole utilizzare. I ferri si dividono generalmente in tre grandi categorie: a punta, a due punte e circolari. Se ne utilizzano due ad una sola punta per ottenere lavorazioni piatte come maglioni, coperte o sciarpe; quattro o cinque a doppia punta per ottenere lavorazioni tubolari come per guanti o calze; uno detto “circolare”, con due punte e un cavo flessibile che le connette per ottenere sia tessuti piatti che tubolari.

 

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